Monete rare da 1 Euro

Le monete da 1 euro italiane sono facilmente riconoscibili per la raffigurazione dell’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. Ma quanto valgono? Ci sono degli esemplari particolarmente allettanti?

La prima serie: gli anni dal 2002 al 2007

Per scoprirlo, procediamo con gradi. La prima cosa da rammentare è che le emissioni delle monete da 1 euro italiane sono racchiudibili in due diverse serie.

La prima è quella tra il 2002 e il 2007, i primi anni di vita della moneta unica europea. Al dritto della moneta troviamo la già accennata immagine dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, con in alto il monogramma della Repubblica Italiana, a destra il millesimo di conio e a sinistra il segno di zecca R. Sulla parte esterna ci sono invece le 12 stelle e cinque punte a simboleggiare l’Unione europea. in basso a sinistra abbiamo invece la firma dell’incisore.

Spostandoci sul verso, qui troviamo la scritta 1 euro e i confini dell’Unione europea che, in parte, ricadono sullo sfondo a sei linee verticali delimitate nella parte bassa e alta da 2 stelle ciascuna.

Tecnicamente, il contorno è rigato e discontinuo, il diametro è di 23,25 mm, lo spessore è di 2,33 mm e il peso è di 7,5 grammi. La moneta è bimetallica, con la corona realizzata in nickel-ottone e il centro in rame-nickel.

La seconda serie: gli anni dal 2007 ad oggi

La seconda serie mostra alcuni aggiornamenti nel verso, mentre al dritto troviamo sempre l’immagine leonardesca dell’Uomo Vitruviano. La nuova faccia del verso diventa invece differente dalla prima serie perché riporta i confini europei allargati, includendo cioè i nuovi Stati aderenti all’Unione. Per il resto, non ci sono novità nelle caratteristiche tecniche.

Quanto valgono le monete da 1 euro

Le monete da 1 euro, considerata la circolazione di serie e l’ampia tiratura, valgono il loro valore nominale. Per trovare un valore di mercato più elevato occorre pertanto ricorrere alle prove, agli errori e alle varianti di produzione che negli anni si sono raramente succedute.

Tra gli esempi più celebri c’è l’errore di conio della moneta da 1 euro italiana del 2009, che presenta un difetto sotto l’ascella destra dell’Uomo Vitruviano. La quotazione di quell’esemplare è stata di circa 2 mila euro.

Ancora più celebre è il caso della moneta da 1 euro stampata senza data, la cui quotazione si aggira intorno ai 30 mila euro.

Attenzione, però: anche in questo caso bisogna sempre rammentare come il rischio di incappare in esemplari falsi sia sempre piuttosto alto. La mancanza di alcuni elementi (come il simbolo della zecca R, per esempio) potrebbe far illudere di avere tra le mani un esemplare particolarmente pregiato, ma è sempre bene assicurarsi che in realtà non si sia finiti in possesso di un esemplare artificiosamente modificato con l’erosione di tale segno.