Monete Moderne: Fiorini e Testoni le più rare?

testone moneta rara

Anche le monete moderne possono rappresentare un’ottima destinazione tematica per tutti gli appassionati di numismatica che desiderano avviare o sviluppare una propria collezione di monete.

Ma che cosa si intende esattamente con questa etichetta? Che cosa dobbiamo sapere prima di comprare o vendere delle monete moderne?

La storia delle monete moderne

Con il nome di monete moderne andiamo a indicare l’insieme delle emissioni monetarie dell’era moderna: non esistono tuttavia dei limiti temporali iniziali o finali che permettono di tracciare un recinto preciso in questo contesto, con la conseguenza che a seconda dei cataloghi di numismatica, è possibile trovare delle differenze anche piuttosto evidenti e delle sovrapposizioni con le monete contemporanee.

Ciò premesso, per comodità si può iniziare a parlare di monete moderne riferendoci al periodo successivo all’epoca medievale, quando diversi Stati iniziarono a battere le proprie monete, scollegandosi dal precedente sistema monetario che tendeva a reggersi sulla figura del denaro.

Il “vecchio” denaro, di origine carolingia, fu dunque sostituito dalle nuove monete, come il denaro grosso, varato nel XIII secolo in argento, con maggior peso e migliore lega, o ancora il successivo denaro imperiale, del valore di due denari milanesi o pavesi, voluto dall’imperatore Federico I Barbarossa.

Sulla scia del successo di tali produzioni, molti altri Stati iniziarono a coniare nuove monete. È il caso di Venezia, che emise un denaro grosso (il matapan) d’argento 965 millesimi del peso di 2,2 grammi e del valore di 26 denari veneziani, o ancora il denaro grosso d’argento 960 millesimi del peso di 1,5 grammi e del valore di 4 denari genovesi, a Genova.

Anche nell’Italia Meridionale qualcosa sembrò presto muoversi. Nel 1230 Federico II coniò in Italia meridionale l’augustale, una moneta d’oro dal peso di 5 grammi, anche se furono soprattutto le produzioni dell’Italia Centro – Settentrionale a conoscere una più florida diffusione, come il fiorino d’oro e il genoino d’oro, monete d’oro quasi puro da 3,5 grammi. Sulla stessa scia, anche Venezia pochi anni dopo coniò il ducato d’oro, sostituito poi nel 1545 dallo zecchino, che fu coniato fino alla fine del ‘700.

Tra le altre monete moderne più diffuse, rileviamo anche i testoni dalla seconda metà del XV secolo: il loro nome, come intuibile, deriva dal fatto che sul dritto venivano impresse le immagini dei regnanti.

Si arrivò dunque a un rinvigorimento delle emissioni in argento reso possibile dalla scoperta dell’America, che alimentò ferventi importazioni di metalli preziosi. È proprio in questo frangente, e per i medesimi motivi, che si assistette anche a una ripresa della coniazione delle monete d’oro da parte della Spagna.

L’ultima parte dell’evoluzione della monetazione moderna la si ebbe con l’introduzione del terzo conio, il collare, con zigrinatura dei bordi.

ducato d'oro di Milano, moneta rara

Come trovare e riconoscere le monete moderne

Le monete moderne rappresentarono un’interessante evoluzione nella storia della numismatica europea, considerato che ebbero alcune caratteristiche ricorrenti che le rendono relativamente facili da riconoscere rispetto alle alternative che precedettero.

In particolare, ci troviamo dinanzi a monete che sono parte integrante di una vera e propria rivoluzione dei materiali, con abbandono della tendenza ad emettere monete in argento, in favore di diverse materie prime e, come abbiamo visto, una maggiore abbondanza di oro rispetto alla scarsità dei secoli precedenti. Inoltre, l’ampiezza delle alternative è confermata dall’introduzione di una monetazione ausiliaria in rame, che rende ancora più complesso il sistema monetario moderno.

Ancora, abbiamo la tendenza a produrre monete che sono più pesanti e più spesse rispetto a quelle prima, che di solito avevano un tondello sottile e un peso scarso. Ne deriva anche che le monete moderne iniziano ad avere un valore intrinseco fortemente maggiore rispetto a quelle precedenti, spinto proprio dall’aumento del peso e della quantità di metallo prezioso fino contenuto in esse.

Da un punto di vista artistico, si introducono nuove tecniche che permettono di apprezzare maggiormente alcuni dettagli particolarmente ambiti dai collezionisti.

Ciò premesso, è certamente utile ricordare anche in questo caso quali siano le tre regole fondamentali che dovrebbero ispirare una corretta considerazione delle monete moderne da collezionare:

  1. Le monete moderne sono state prodotte in diversi luoghi in tutta Europa e per un ampio periodo di tempo. Ne deriva un’eterogeneità di soluzioni e di esemplari, in cui si alternano monete comuni e di basso valore e monete la cui quotazione può superare i 5.000 o i 10.000 euro. Ove possibile, anche al fine di non rischiare svalutazioni del proprio patrimonio numismatico, è certamente preferibile optare per un minor numero di esemplari, ma di maggiore valore storico e collezionistico.
  2. Anche le monete moderne, come la generalità delle monete che si sono susseguite nel corso della storia e a cui viene attribuito un valore di maggiore o minore rilievo, possono purtroppo essere falsificate. Prima ancora di effettuare ulteriori valutazioni è dunque essenziale accertarsi che gli esemplari siano autentici.
  3. L’età di una moneta moderna non è mai l’elemento di valutazione più importante che vale la pena esaminare. È sicuramente più utile soffermarsi su altri criteri come la rarità, il materiale, i dettagli e la storia.

Le più conosciute monete moderne

Considerato che sono state coniate in buona parte d’Europa su diversi secoli di produzione, la distinzione delle monete moderne non è certo semplice per i neofiti della numismatica.

Proprio per questo motivo di seguito abbiamo voluto riassumere le caratteristiche delle monete moderne più celebri, al fine di poterle individuare in maniera distinta senza ulteriori indugi.

Grosso

grosso moneta

Il grosso è una moneta di piccole dimensioni, di argento, emessa in diversi Paesi fin dall’epoca medievale. In Italia, ad esempio, il grosso fu coniato già a partire dalla seconda metà del 1100, mentre in Francia arrivò solamente nel secolo successivo.

Più tardiva è stata la sua introduzione nei sistemi monetari di altri Paesi europei come la Polonia, dove arrivò dopo il ‘500. Peraltro, proprio in Polonia ancora oggi il grosso è inteso come la centesima parte dello zloty.

Genovino

moneta genovino

Il genovino è una moneta d’oro, simile al fiorino per caratteristiche, emesso a Genova fin dalla metà del ‘200 fino al ‘400, parte di un proprio sistema monetario che comprendeva anche le frazioni dell’ottavo (ottavino) e del quarto (quartarola).

Nel suo dritto veniva raffigurato un simbolo che richiamava la porta di un castello. A conferma di ciò, intorno al simbolo veniva riportata la scritta + IANUA, porta in latino, che assonava con il nome stesso della città. Al rovescio trovava spazio una croce araldica e la scritta CVNRADVS REX, Corrado III, colui che aveva concesso alla città il diritto di battere moneta. Nel ‘300 sul rovescio apparve però l’indicazione dogale, con la scritta X DVX IANVESIVM PRIMVS.

Fiorino: la moneta più famosa

fiorino moneta di firenze in oro

Il fiorino è probabilmente la più celebre moneta che contribuisce a far evolvere la numismatica verso l’epoca moderna.

Diffuso fin dall’XI secolo, ha il suo progenitore nel fiorino d’oro di Firenze, una moneta di 3,537 grammi a 24 carati che fu coniata per la prima volta nel 1252. Il suo nome deriva dalla presenza di un fior di giglio che era rappresentato sul dritto della moneta.

La sua popolarità crebbe rapidamente con il passare dei decenni, tanto da diventare la moneta più utilizzata in Europa insieme allo zecchino emesso dalla Repubblica di Venezia.

A Firenze, peraltro, di fianco al fiorino d’oro nel ‘300 fu emesso anche il popolino, o fiorino grosso d’argento, con un titolo di 958 e 2/3 su 1000, dal valore di 1/20 di fiorino d’oro, o 1 soldo. Esisteva anche un’altra frazione, chiamato fiorino piccolo, del valore di 1/12 di soldo.

Come molte altre monete di questa lista, anche il fiorino ebbe poi il merito di evolversi nella monetazione moderna e contemporanea.

Nel Granducato di Toscana, ad esempio, il fiorino da 3,49 grammi d’oro a 1000/1000 fu battuto fino all’800. Si sa inoltre che un fiorino toscano da 6,88 grammi d’oro a 916/1000, dal valore di 100 quattrini, fu emesso da Leopoldo II di Lorena tra il 1826 e il 1858, e che nel 1859 ci fu un’altra emissione da parte del Governo provvisorio della Toscana, poco prima dell’annessione al Regno di Sardegna.

Come da immagine sotto indicata, questo particolare fiorino riportava il giglio di Firenze con la scritta FIORINO e QUATTRINI CENTO.

fiorino del lombardo veneto

Altri fiorini furono immessi in tempi ancora più recenti, come quello da 60 soldi battuto fino al 1866 nel Lombardo-Veneto. In Germania venne invece emesso fino al 1870, mentre nell’Impero austro-ungarico rimase in adozione fino al 1892.

Naturalmente, uno dei fiorini più resistenti in Europa fu quello olandese, che rimase in vigore fino all’adozione dell’euro nel 2002, così come il fiorino ungherese, che mantiene ancora oggi questa denominazione.

Testone

testone di argento

Il testone è una moneta d’argento del valore di 1/4 di scudo. I primi testoni furono immessi in circolazione in Italia dal 1474 per opera di Galezzo Maria Sforza. Secondo diversi storici di numismatica, è la comparsa del testone ad aver contribuito in modo decisivo al passaggio dalla monetazione medievale a quella moderna e, almeno, rinascimentale. Anche in questo caso, peraltro, la moneta italiana sarà imitata da moltissimi Paesi europei, a cominciare dalla Francia. Il suo peso rimase tra i 9,5 e i 10 grammi di argento.

Ad ogni modo, si tenga conto che tra i collezionisti i testoni sono spesso chiamati con altri nomi che richiamano alla mente il luogo in cui sono stati coniati.

Per esempio, il testone alla romana fu coniato a Bologna nel 1588 con un valore di 2 giuli e 8 baiocchi e mezzo, mentre il testone all’unicorno fu coniato a Piacenza. Si può anche annoverare un testone bianco, coniato in Svizzera dal valore di 1/4 di scudo, così come quello della Lorena e di Ferrara, di Savoia e di Milano.

Proprio sul testone di Milano vale certamente la pena spendere qualche parola in più.

testone di milano

Il testone venne infatti coniato per la prima volta dal duca Galeazzo Maria Sforza nel 1474, con conii incisi da Cristoforo Foppa (Caradosso). Il suo peso era di 9,78 grammi al titolo di 962/1000. L’esemplare è particolarmente ricercato poiché di grande valore artistico, oltre che di elevato simbolismo storico, considerato che si tratta del precursore di una serie di emissioni prodotte fino a Filippo II, nel 1556.

Sempre tra testoni, merita un cenno il testone pontificio, coniato per la prima volta da Sisto IX con il ritratto di Papa Leone X.

testone dello stato pontificio

Altri testoni furono coniati da Papa Clemente VII in occasione del giubileo del 1525, e da numerosi altri Papi che desiderarono coniare le monete con la propria effigie.

Alla fine del ‘700, a Roma il testone fu al centro di un sistema monetario che prevedeva diverse frazioni: un testone valeva infatti 3 giuli, 6 grossi, 30 baiocchi e 150 quattrini. Dieci testoni valevano invece una doppia d’oro. La circolazione dei testoni pontifici nello Stato della Chiesa durò fino all’inizio del XIX secolo.

Ricordiamo inoltre che i testoni circolarono anche in altri Stati Europei. È il caso dei testoni inglesi, o testoon, coniati per la prima volta sotto Enrico VII verso il 1487 nell’ambito della propria riforma monetaria, con un valore pari a 12 penny. O, ancora, dei testoni francesi, o teston, emessi da Luigi XII nel 1513, del valore di 10 soldi tornesi.

Quanto valgono le monete moderne

Ma quanto valgono le monete moderne? Evidentemente, prima ancora di comprendere più nel dettaglio quale sia il listino con le quotazioni delle monete moderne, è utile riassumere quanto sia complicato (per certi versi, inutile) cercare di stimare il valore di una moneta moderna senza avere consapevolezza delle qualità del singolo esemplare.

Proprio per questo motivo può ora essere utile riepilogare quali dovrebbero essere le principali regole che dovrebbero ispirare la giusta valorizzazione di una moneta moderna e che, in buona sostanza, possono altresì aiutare a effettuare una buona quotazione di ogni moneta:

  1. La rarità della moneta: quando si valuta una moneta moderna, uno degli errori che si possono commettere è quello di pensare che essendo più recente degli esemplari delle monetazioni antiche, abbia un valore costantemente inferiore. In realtà, non è necessariamente l’anzianità della moneta, quanto la rarità (e altri fattori che elencheremo nei prossimi punti) a influenzare il prezzo di una moneta moderna.
  2. I dettagli della moneta: tra i principali elementi che possono influenzare il valore di una moneta moderna c’è anche la presenza di specifici dettagli sul dritto e sul verso dell’esemplare che si intende esaminare. Naturalmente, più i dettagli sono nitidi e maggiore tende ad essere il valore della moneta, che verrà premiata per lo stato di conservazione e per la prelibatezza artistica che, peraltro, nell’epoca delle monete moderne riuscì a conseguire notevoli passi in avanti grazie al ricorso a tecniche di produzione ben più avanzate del passato.
  3. L’autenticità della moneta: può essere superfluo ricordarlo, ma prima ancora di valutare tutti gli altri aspetti della moneta che si ha tra le mani, è fondamentale assicurarsi che la moneta moderna sia autentica. Purtroppo, anche in questo ambito abbondano i falsi…
  4. Le raffigurazioni della moneta: le monete moderne si caratterizzarono per diverse tipologie di raffigurazioni. Basti considerare la celebrità dei testoni o dei fiorini, con le loro evidenti differenze di cui qualche paragrafo fa abbiamo compiuto una sintetica introduzione. Molta dell’attrattività della monetazione moderna dipenderà dall’orientamento del collezionista.
  5. I moduli della moneta: tra gli altri elementi di valutazione delle monete moderne citiamo anche il modulo. Così come abbiamo avuto modo di ricordare in occasione delle guide delle altre monete, è sempre opportuno orientarsi verso quelli più celebri e collezionati.
  6. La provenienza della moneta: con così tanti luoghi di produzione e tante vicende storiche a cui sono legate, le monete moderne possono regalare ai collezionisti un indiscutibile valore aggiunto legato alla storia delle loro emissione. Anche in questo caso, val la pena rammentare come una moneta moderna che sia stata prodotta in un determinato periodo storico o per una specifica motivazione può vantare un valore di mercato ben superiore ad altre monete di pari caratteristiche, ma senza uno spunto di ricostruzione storica che possa darne maggiore prestigio.
  7. Il materiale della moneta: per produrre le monete moderne furono utilizzati diversi materiali. Il più apprezzato è, anche in questo frangente, l’oro.
mezzo fiorino moneta d'oro di milano

Valutazione di alcune monete moderne rare

  • Mezzo fiorino d’oro di Milano (Luchino e Giovanni Visconti, 1339-1349) – valore: 2.400 euro
  • Pegione di Milano (Gian Galeazzo Visconti, 1395-1402) – valore: 260 euro
  • Ducato di Milano (Galeazzo Maria Sforza, 1468-1476) – valore: 4.600 euro
  • Testone di Milano (Giovanni Galeazzo Maria Sforza, 1481-1494) – valore: 2.500 euro
  • Doppia di Milano (Filippo II di Spagna, 1556-1598) – valore: 900 euro
  • Mezzo scudo di Milano (Filippo II, 1556-1598) – valore: 1.100 euro
  • Scudo di Milano di Maria Teresa, 1740-1780) – valore: 1.300 euro
  • Crocione di Milano (Francesco II, 1792-1800) – valore: 950 euro
  • Scudo da 6 lire di Milano (Repubblica Cisalpina, 1800-1802) – valore: 1.600 euro
  • Quadrupla di Modena (Francesco D’Este, 1629-1658) – valore: 4.400 euro
quadrupla aurea di modena, moneta rara