Considerata la più ampia disponibilità, spesso i neofiti del collezionismo numismatico dedicano la propria prima attenzione proprio alle monete contemporanee, intendendo per tali tutte quelle monete che sono state prodotte dalla fine del XVIII secolo fino ai giorni nostri.
Un periodo di tempo relativamente ampio, che ha vissuto al suo interno una notevole forma di sviluppo nelle tecniche di realizzazione e di emissione delle monete, e che riesce comunque a poter essere affrontato con un’autonomia discretamente omogenea, considerati i notevoli passi in avanti nelle tecniche produttive rispetto all’epoca precedente (moderna) e le nuove unità monetarie che sono nate proprio in questo periodo.
La storia della monetazione contemporanea
Come abbiamo introdotto qualche riga fa, le monete contemporanee nascono alla fine del XVIII secolo quando, convenzionalmente, vengono introdotte sul mercato diverse tecniche di produzione che avvicinano gli esemplari a quelli che siamo oggi abituati a maneggiare con quotidianità.
In particolare, le monete contemporanee sono riconoscibili perché le zecche introducono il torchio nel processo di monetizzazione, permettendo dunque di disporre di esemplari più simili tra di loro, con monete regolari e omogenee. Sono inoltre introdotte alcune novità come la zigrinatura dei bordi, caratteristica che resiste tutt’oggi, così come la decimalizzazione delle valute in seguito alla Rivoluzione francese, da intendersi come quel processo di conversione di unità convenzionali (valute) in un sistema decimale.
È anche per il riferimento alla Rivoluzione francese che in Italia l’ingresso nella monetazione contemporanea è fatto coincidere con il termine della monetazione moderna, con l’ingresso dei francesi nel 1796: i vari Stati creati sull’onda delle dominazioni francesi e napoleoniche a cavallo tra il ‘700 e l’800, adotteranno monetazioni decimali.
Il primo Stato a farlo fu ad esempio la Repubblica Subalpina, nel 1802, mentre è dell’anno successivo la nascita della lira italiana, come valuta della Repubblica italiana, in argento 900 per 5 grammi di peso. Bisognerà però attendere l’Unità d’Italia per assistere all’adozione generale del sistema decimale.
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Come trovare e riconoscere le monete contemporanee
Con un così ampio portafoglio potenziale di monete contemporanee, non è facile indicare alcune regole che possono aiutare a trovare e riconoscere tali esemplari. Come abbiamo visto negli scorsi paragrafi, però, ci sono alcune particolarità che possono aiutarci a comprendere se quella che abbiamo davanti è una moneta contemporanea, piuttosto che moderna o più remota.
In primo luogo, come rammentato, le monete contemporanee appaiono essere più regolari e omogenee rispetto alle loro antenate del passato. Inoltre, si basano quasi sempre sul sistema decimale e… non è un dettaglio da poco: la decimalizzazione ha infatti portato a una unificazione e una semplificazione dei tagli di moneta circolante e dei soggetti che vengono rappresentati in essa.
Tale tendenza fu poi ulteriormente accentuata dall’adozione di sviluppi tecnici che hanno permesso la riproduzione di uno stesso soggetto in serie anche su monete di dimensioni diverse: un ritrovato che ha di fatti aumentato la ripetitività delle raffigurazioni delle monete, rendendole meno originali del passato. Ancora, le monete contemporanee hanno potuto beneficiare – soprattutto dalla seconda metà dell’800 – di alcune innovazioni che hanno permesso di creare esemplari più dettagliati e fini.
Naturalmente, un cenno non può che essere attribuito anche nei confronti del materiale utilizzato. Le monete in oro o argento diventano sempre più rare e, preferibilmente, limitate alla monetazione di borsa e non a quella di circolazione.
Tra le altre particolarità esclusive delle monete contemporanee abbiamo poi il ricorso agli esemplari bimetallici, diffusi dal 1982 in Italia e poi, successivamente, in tutto il mondo.
Approfittiamo di questa occasione per rammentare, anche questa volta, che anche per trovare e riconoscere le monete contemporanee può essere utile applicare tre regole fondamentali come:
- le monete contemporanee sono prodotte in tutto il mondo. Contrariamente alle monete più antiche, dunque, si ha a che fare con numerosi cataloghi che riportano spesso moltissime monete comuni e poche monete di particolare valore. Chi si avvicina per la prima volta al collezionismo numismatico contemporaneo dovrebbe dunque fare attenzione a comprendere quali siano gli esemplari di maggiore valore, evitando di accumulare monete di scarso prestigio.
- Così come avviene con le emissioni più antiche nel tempo, anche le monete contemporanee sono oggetto di frequente falsificazione. Il ricorso a tecniche meno copiabili (come le monete bimetalliche, di cui parleremo nelle prossime righe) ha solo attenuato in parte il fenomeno.
- Con il collezionismo delle monete contemporanee cade la tentazione di valutare la moneta che si sta analizzando sulla base della sua anzianità (errore che, in verità, commettono molti neofiti quando si trovano tra le mani un esemplare antico). Anche in questo caso, a maggior ragione, è sicuramente più utile soffermarsi su altri criteri come rarità e dettagli.
Le monete bimetalliche
Soffermiamoci per qualche istante sulle monete bimetalliche, considerato che rappresenta una delle caratteristiche più esclusive delle monete contemporanee.
Con il ricorso alle monete bimetalliche, infatti, vengono creati esemplari il cui tondello è composto da due o più metalli, uno perimetrale e uno centrale.
Ora, non tutti sanno che la scelta di introdurre la moneta bimetallica nel sistema monetario è stata applicata per la prima volta dall’Italia, che ha contribuito all’introduzione di questo tipo di moneta che è stato poi diffuso nel resto del mondo. La prima moneta bimetallica introdotta per la circolazione fu infatti la moneta da 500 lire italiana, nel 1982. Una moneta che, tra l’altro, ha anche altri meriti, essendo stata lap rima moneta a presentare il valore anche in braille.
La ragione sottostante la scelta di varare delle monete bimetalliche deriva principalmente dalla volontà di rendere più difficoltosa e antieconomica la falsificazione delle monete. È per questo motivo che, ancora oggi, la scelta di creare monete bimetalliche è demandata principalmente dalle monete con il valore facciale più alto.
Tra le principali monete bimetalliche attualmente in circolazione, abbiamo anche quelle da 1 e 2 euro nell’Eurozona, così come le 500 yen del Giappone e le monete da 1 e 2 sterline nel Regno Unito.
Le 500 lire italiane
Considerato l’ampio ventaglio di monete contemporanee, soffermiamoci per qualche istante su quella di cui abbiamo parlato più volte nelle scorse righe, la 500 lire italiana del 1982.
Come abbiamo visto, si tratta della prima moneta ad essere bimetallica e a riportare il valore anche in braille. Dunque, riconoscere la 500 lire italiana non sarà certamente difficile, soprattutto se la si pone in raffronto con gli esemplari che l’hanno preceduta:
- sono presenti due metalli di composizione e di colore diverso. I metalli scelti furono il bronzital delle 20 e 200 lire e l’acmonital delle 50 e 100 lire;
- è indicato il valore anche in caratteri braille;
- è presente una rigatura discontinua sul contorno.
Le caratteristiche esclusive di questa moneta ebbero un positivo riscontro all’estero, tanto che diverse zecche internazionali scelsero di replicare il successo delle 500 lire italiane nel proprio territorio.
Non solo: il clamore generato da questo esemplare fu tale che divenne una delle monete più collezionate anche all’estero, con i turisti che spesso domandavano esplicitamente una copia delle 500 lire proprio per conservare un vero e proprio pezzo di storia recente numismatica.
Il valore delle monete contemporanee
A margine di questa breve guida sulle monete contemporanee, riusciamo a comprendere quanto valgono?
In realtà, con un così ricco e variegato panorama, non è facile poter semplificare il tema della quotazione delle monete contemporanee. Giova dunque ricordare ancora una volta come per stimare il valore di una moneta contemporanea sia essenziale soffermarsi sulle caratteristiche del singolo esemplare, tenendo a mente queste sette brevi regole che dovrebbero ispirare ogni quotazione e, ancora di più, la valutazione di quelle contemporanee:
- Rarità. La valutazione di una moneta contemporanea non può che partire dalla rarità dell’esemplare. Trattandosi peraltro di monete relativamente recenti (si parla di numismatica contemporanea dalla fine del XVIII secolo in più), il rischio di cadere nella tentazione di giudicare il valore della moneta contemporanea dalla sua età dovrebbe essere scongiurato (è invece molto più frequente nel caso di monete antiche).
- Dettagli. Le monete contemporanee sono caratterizzate da tecniche produttive molto più avanzate rispetto a quelle possono essere apprezzate, in termini di risultati, per le monetazioni antiche. Proprio per questo motivo i dettagli sono generalmente più raffinati, sebbene non per questo più ambiti di altri. Anzi, una delle critiche delle monete contemporanea è lungamente stata quella di aver apportato un po’ di monotonia alla numismatica.
- Autenticità. Non ci stancheremo mai di dirlo: la falsificazione di una moneta contemporanea non può mai essere esclusa. Meglio pertanto partire proprio dalla garanzia di veridicità della moneta prima di procedere oltre.
- Moduli. Tra gli elementi di valutazione delle monete contemporanee c’è anche il modulo. È sempre preferibile orientarsi verso quelli che sono maggiormente collezionati.
- Provenienza. La provenienza delle monete contemporanee può influenzare le scelte dei collezionisti, soprattutto se dietro il luogo di produzione della moneta c’è una storia particolare che potrebbe rendere quel determinato esemplare più collezionabile.
- Materiale. Le monete contemporanee in oro e argento sono relegate oggi giorno alla sola funzione di borsa, mentre è raro trovare monete di circolazione in metalli preziosi. Salvo eccezioni comunque non rare, frequente è la preferenza verso le monete da collezione.
Valutazioni di alcune monete contemporanee rare
- 40 lire in oro di Milano (Napoleone I, 1814) – valore: 640 euro
- 2,5 scudi in oro di Roma (Gregorio XVI, 1831-846) – valore: 440 euro
- Cruzeiros in oro del Brasile (1972) – valore: 650 euro
- 5 dollari in oro del Canada (Giorgio V, 1910-1936) – valore: 380 euro
- 100 pesos in oro del Cile (1948) – valore: 800 euro
- ½ Sovrana in oro della Gran Bretagna (Vittoria, 1837-1901) – valore: 400 euro
- 20 lire maltesi in oro di Malta (1972) – valore: 470 euro
- 20 franchi in oro della Svizzera (1906) – valore: 340 euro
- 10 dollari in oro degli Stati Uniti (1907) – valore: 800 euro
- 5 dollari in oro degli Stati Uniti (1909) – valore: 480 euro