Le monete italiane spesso rappresentano il punto di approdo preferenziale da parte dei collezionisti di numismatica che desiderano iniziare la costruzione del proprio primo patrimonio di monete rare.
Capire per quale motivo si opti per questa decisione non è certo difficile: le monete italiane sono più facilmente disponibili sul nostro territorio e numerose sono le pubblicazioni che permettono di comprendere quale sia il valore. Ulteriormente, è sicuramente più facile vendere i propri esemplari qualora ci sia la necessità o la convenienza.
Insomma, per queste e altre ragioni che vedremo nelle prossime righe, le monete italiane sono una destinazione privilegiata per gli italiani che desiderano costruire le proprie prime collezioni di monete.
In questa guida alle monete italiane cerchiamo di saperne di più, distinguiamo il nostro focus in due diverse sezioni: la lira italiana e, dall’introduzione della moneta unica europea, le monete italiane in euro.
La Lira italiana
La lira italiana è stata la valuta ufficiale del nostro Paese tra il 1861, anno dell’Unità d’Italia, e il 2002, anno di introduzione dell’euro. Da quel momento in poi la lira italiana ha definitivamente cessato di avere corso legale.
In realtà, però, di lira italiana si può parlare da circa quattro secoli prima. La prima volta che la moneta fu coniata risale al 1472 per opera della Repubblica di Venezia. Successivamente, la moneta venne utilizzata da diversi Stati che precedettero l’Unità d’Italia, fino ad arrivare poi, nel 1806, all’adozione della lira italiana come moneta ufficiale da parte del Regno d’Italia napoleonico. Con la caduta di Napoleone e l’avvio del periodo della Restaurazione, gli Stati nati durante questo processo iniziarono ad adottarla come moneta corrente.
Si arriva dunque, con il 1861 e la proclamazione del Regno d’Italia, a eleggere la lira italiana come valuta ufficiale dello Stato, rimanendo in vigore durante la Repubblica fino al 2002 e svolgendo il ruolo di doppia valuta con l’euro nei tre anni precedenti.
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Le prime lire italiane
Come abbiamo anticipato qualche riga fa, la prima lira fu quella emessa dalla Repubblica di Venezia nel 1472.
Si può facilmente notare come la lira della Repubblica Veneziana sia ben diversa da quelle attuali: chiamata lira Tron, aveva un valore di 240 denari e un nome che richiama quello del doge Nicolò Tron, in onore del quale fu emessa.
Successivamente, in epoca prenapoleonica, altre lire fecero la loro comparsa: nel 1474 le lire del Ducato di Milano, nel 1498 quelle della Repubblica di Genova, nel 1539 quelle del Ducato di Firenze e nel 1561 quelle del Ducato di Savoia.
La lira italiana in epoca Napoleonica
Si arriva così alla lira italiana napoleonica, nata dopo i tentativi di superare il sistema monetario all’epoca esistente con quello del franco.
Per assistere alla nascita della nuova lira, intercambiabile con l’appena rammentato franco, bisognerà attendere però il 21 marzo 1806: un decreto di Napoleone autorizzò infatti la nascita della lira italiana, che può oggi essere trovata sul mercato con diverse versioni:
- in rame da 950/1000 furono coniate monete da 1, 3 e 5 centesimi
- in argento da 200/1000 furono coniate le monete da 10 centesimi
- in argento da 900/1000 furono coniate le monete da 25, 50 e 75 centesimi e da 1, 2 e 5 lire
- in oro da 900/1000 furono coniate le monte da 20 e 40 lire.
La lira italiana Risorgimentale
Con il passare degli anni della lira rimase presente solo quella del Ducato di Parma e del Regno di Sardegna.
Particolarmente ambite dai collezionisti, le lire di Parma furono emesse in tagli da 1, 3, 5, 25 e 50 centesimi, e ancora da 1, 2, 5, 20 e 40 lire. Ancora più apprezzate sono le lire del Regno di Sardegna, introdotte da Vittorio Emanuele I di Savoia, furono invece coniate in oro da 10, 50, 80 e 100 lire.
Altre lire furono poi emesse nel 1848 dal Governo provvisorio di Milano, che autorizzò l’emissione di monete da 5, 20 e 40 lire italiane, sul modello di quelle, appena accennate, del Regno di Sardegna. In particolare:
- le 5 lire furono coniate in argento 900/1000 in circa 120.000 esemplari
- le 20 lire furono coniate in oro 900/100 in circa 4.500 esemplari
- le 40 lire furono coniate in oro 900/1000 in circa 5.800 esemplari.
Evidentemente, sono le 20 e le 40 lire in oro ad essere maggiormente attenzionate dai collezionisti anche se, nel periodo, le monete più rare sono sicuramente quelle progettuali, da 1 e 2 lire, di cui furono coniati pochissimi esemplari in stagno, zinco, rame e mistura d’argento.
Dal 1848, con la costituzione della Repubblica di San Marco, anche nel Veneto si decise di coniare delle lire su modello sabaudo, partendo dalle 5 lire. La differenza rispetto a queste fu il fatto che sul verso fu impressa la scritta lira, invece che lira italiana. Sul dritto si trovava invece il Leone di San Marco, oltre alla data di istituzione della Repubblica.
Poco prima dell’Unità d’Italia furono poi emesse le ultime lire da parte del Governo provvisorio della Toscana, con le monete da 50 centesimi, 1, 2, 5, 10 e 20 lire. Le monete riportavano la scritta lira italiana, come quelle sabaude.
Le lire dall’Unità d’Italia ad oggi
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L’Unità d’Italia apportò alcuni interessanti passi in avanti nella creazione di un sistema monetario italiano più semplice, ponendo così fine alla confusione che preesisteva la nascita del Paese.
Venne innanzitutto superato il monometallismo in argento o oro: si prese ispirazione dal sistema monetario francese, da cui vennero copiate alcune caratteristiche, come le dimensioni delle monete.
Si arriva così, gradualmente, all’attuale sistema monetario.
Le monete italiane più rare
Sono numerose le monete italiane particolarmente rare e apprezzate dai collezionisti, rendendo molto difficile stilare un elenco completo.
Limitiamoci pertanto a fornire qualche spunto, a cominciare dalle 20 lire in oro coniate nella prima metà dell’800 dalla Repubblica Subalpina per celebrare la vittoria di Napoleone sugli asburgici nel 1800 a Marengo (di qui, il nome di marengo, attribuito proprio alla moneta). Tra i marengo di Carlo Felice più rari ci sono sicuramente quelli della zecca genovese, soprattutto negli anni 1830 e 1831, per i quali si conoscono solo pochi esemplari. Dello stesso periodo, e di identità rarità, è la moneta da 80 lire in oro, soprattutto nella versione coniata dalla zecca di Genova nel 1824, o quella della zecca di Torino del 1828 e del 1831.
Tra le altre monete italiane più rare citiamo anche le prime monete in oro del Regno di Sardegna, dalle 50 lire alle 100 lire in oro. Sono però considerate più rare quelle coniate sotto Vittorio Emanuele II, ultimo Re di Sardegna e primo Re d’Italia, soprattutto per quanto riguarda i pezzi da 50 e 100 lire nella conservazione Fior di conio.
Passando poi al regno di Vittorio Emanuele III, tra gli esemplari più rari abbiamo sicuramente le 5 lire in argento del 1901 e del 1914, così come le 100 lire in oro del 1903 e del 1905, o ancora le 50 lire commemorative del 50mo anniversario dell’Unità d’Italia del 1911.
Le monete italiane dell’euro
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Il 1 gennaio 1999 in Italia entrò ufficialmente in vigore l’euro, con il tasso di cambio fisso di 1 euro per 1.936,27 lire italiane. Fu però nel 1 gennaio 2002 che si aprì il periodo di doppia circolazione tra lira ed euro, con le monete e le banconote in lire che vennero poi ritirate definitivamente il 1 marzo 2022.
Ai nostri fini, è bene rammentare come le monete euro italiane presentano da un lato la cifra in numeri corrispondente al valore della moneta, insieme ad alcuni soggetti che rappresentano la cultura italiana. Inoltre, vi è il simbolo RI, la sigla della repubblica Italiana.
In tal merito, può essere utile condividere una piccola curiosità: la scelta dei soggetti da imprimere sulle monete italiane in euro fu il frutto di una votazione telefonica di una nota trasmissione televisiva, Domenica In, con la sola eccezione della moneta da 1 euro. Per quella moneta, infatti, fu il ministro dell’Economia Carlo Azeglio Ciampi a decidere che su di essa dovesse essere impresso il disegno dell’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci.
Lo schema del sistema monetario rimase identico per gli anni successivi, fino ai giorni nostri. L’unica eccezione è rappresentata dalla sospensione della coniatura delle monete da 1 e 2 centesimi, stabilita in data 1 gennaio 2018.
Le monete italiane in euro più rare
Le monete italiane in euro sono state coniate in grandi quantità e, dunque, il loro valore è praticamente equivalente a quello impresso sul loro verso. Anche le monete commemorative, che alcuni ritengono più esclusive, sono comunque state emesse in abbondanza.
Per esempio, i primi 2 euro commemorativi, per il 50mo anniversario dell’istituzione del Programma alimentare mondiale, furono emessi il 14 dicembre 2004 in 16 milioni di esemplari.
Perfino la moneta italiana da 2 euro commemorativa con la tiratura più limitata, quella per il 30mo anniversario della Bandiera Europea, fu emessa in 995 mila esemplari nel 2015.
Insomma, non si tratta certamente di monete rare. Dunque, chi vuole cercare degli esemplari di maggiore prestigiosità, come spesso avviene, potrebbe rivolgere la propria attenzione su quelle monete che hanno delle particolarità molto distintive, come quelle frutto degli errori di conio.
Uno dei casi più noti è quello dell’emissione delle monete da 1 centesimo di euro con la Mole Antonelliana, che invece andava su quelle da 2 centesimi di euro, in luogo del Castel del Monte. L’emissione avvenne nel 2002 e quando la Zecca si accorse dell’errore, un centinaio di monete furono già messe in circolazione. Il valore di queste monete, molto ricercate dai collezionisti, si aggira in circa 3.000 euro.
A proposito di errori di conio, sono invece passibili di sequestro da parte della Guardia di Finanza le monete da 20 centesimi coniate nel 1999 con l’anno di conio 1999, anziché 2002 come previsto dal decreto di emissione. Trattandosi di monete di proprietà esclusiva dallo Stato, la loro detenzione potrebbe esporre alle conseguenze appena rammentate.
Valutazione di alcune monete in lire rare
- 5 lire in argento di Vittorio Emanuele I (1821) – valore: 21.000 euro
- 20 lire in oro di Carlo Felice (1825) – valore: 17.000 euro
- 2 lire in argento di Carlo Alberto (1843) – valore: 2.800 euro
- Lira in argento di Vittorio Emanuele II (1850) – valore: 2.300 euro
- 100 lire in oro di Vittorio Emanuele II (1864) – valore: 16.000 euro
- 5 lire in argento di Vittorio Emanuele II (1861) – valore: 6.800 euro
- 100 lire in oro di Umberto I (1882) – valore: 4.300 euro
- 20 lire in oro di Umberto I (1884) – valore: 1.200 euro
- 100 lire in oro di Vittorio Emanuele III (1925) – valore: 6.500 euro
- 50 lire in oro di Vittorio Emanuele III (1912) – valore: 1.400 euro