Le monete da 10 centesimi di euro rappresentano il taglio di moneta in euro più basso tra quelle prodotte in Nordic Gold. Come le altre monete in euro, sono state prodotte in due distinte serie, prima e dopo l’allargamento dei confini dell’Unione Europea.
Scopriamo insieme quali sono le caratteristiche di queste monete e quali sono i loro valori di mercato.
La prima serie: dal 2002 al 2007
In questo breve viaggio sulle monete italiane da 10 centesimi di euro cominciamo con uno sguardo agli esemplari della prima serie, dal 2002 al 2007.
Al dritto vediamo un particolare dell’opera “La nascita di Venere”, di Sandro Botticelli. A sinistra c’è il monogramma RI della Repubblica Italiana e il millesimo di conio. A destra troviamo invece il segno di zecca R, con in basso a sinistra la firma dell’incisore. Sulla parete esterna abbiamo invece le 12 stelle e a cinque punte, quale simbolo dell’Unione Europea.
Passando poi al verso, la faccia comune delle monete in euro, qui troviamo la scritta 10 euro cent con i Paesi che appartengono all’Unione Europea, rappresentati staccati gli uni dagli altri e parzialmente ricadenti su uno sfondo a sei linee verticali, delimitate ciascuna da 2 stelle.
Per quanto riguarda i dati tecnici, abbiamo una moneta con un contorno rigato con zigrinatura spessa, diametro di 19,75 mm, spessore di 1,93 mm, peso di 4,1 grammi. Il materiale è il Nordic Gold che contraddistingue, ad esempio, gli esemplari da 20 e 50 centesimi di euro.
La seconda serie: dal 2008 ad oggi
Alla prima serie ha fatto seguito una seconda serie in produzione dal 2008. Non cambiano le caratteristiche tecniche e quelle del dritto, mentre al verso troviamo una nuova faccia comune delle monete in euro, con la scritta 10 euro cent e i confini dell’Unione Europea, ora allargata ai nuovi Paesi membri e rappresentata in maniera unitaria, parzialmente ricadenti su uno sfondo con sei linee verticali delimitata da 2 stelle ciascuna.
Quanto valgono le monete da 10 centesimi di euro italiane?
Il valore delle monete da 10 centesimi di euro italiane è quasi sempre identico al valore nominale. Come abbiamo già rammentato per gli altri tagli delle serie delle monete in euro, le uniche eccezioni fanno riferimento a errori di conio e varianti di produzione che si sono casualmente succedute nel corso degli anni, arricchendo il mercato di esemplari di maggiore rarità e dal valore molto variabile.
Facciamo qualche esempio. Una moneta da 10 centesimi del 2003 è in circolazione senza il 2 nella data. Se dovesse trattarsi di un effettivo errore di produzione sarebbe un esemplare piuttosto raro, tanto da essere venduto a circa 1.000 euro (è questo il prezzo del venditore e, dunque, non è un vero e proprio prezzo di mercato).
Il prezzo a cui viene venduta la moneta è molto simile anche in questo esemplare in cui, invece, è presente un doppio bordo in entrambi i lati. Si tratta evidentemente di un errore di produzione che può incrementare il valore di mercato, anche se è un po’ ottimistico che il pezzo possa realmente essere venduto a quella cifra.